Work in Bali - Casa Bournias

Un'architettura che sicuramente trasmette il modo di "sentire" lo spazio costruito in relazione allo spazio esterno e alle sue molteplici sollecitazioni...luce, aria, caldo, pioggia, profumi e colori...e' Casa Bournias, realizzata nel 2001 dall'architetto Giovanni D'Ambrosio a Kerobokan, variopinto e meraviglioso centro abitato nella parte meridionale dell'isola di Bali.
L'osservazione dello spazio costruito fa emergere emozioni che si percepiscono in un perfetto equilibrio creato dal rincorrersi costante di tutti gli elementi architettonici.




La continua interazione tra spazio esterno e quello che non si puo' propriamente definire spazio interno, perche' tale non e', ma piuttosto va definito come naturale prosecuzione di quello esterno diventando una sorta di natura costruita, non si risolve semplicemente nell'adozione di materiali naturali quali pietra e legno...infatti va ben oltre diventando una costante ricerca di interazione tra materiali, luogo e agenti atmosferici...il tutto in relazione all'uomo e alle sue necessita'.
Lo stesso D'Ambrosio definisce i suoi progetti "pezzi al servizio dell'uomo" che trasformandosi in architettura vivono della consapevolezza che solo un continuo intrecciarsi tra elementi naturali e il vivere quotidiano dei suoi fruitori possano creare un oggetto archittettonico che non e' semplice perfezione funzionale ed estetica, ma diventa sinergia tra la vita dell'uomo, la tecnologia, la funzione e "il sentire lo spazio" del progettista.







Un "modus operandi" che non puo' non ricordare il concetto di architettura organica secondo quanto riportato da Frank Lloyd Wright:
Ambiente ed edificio sono una cosa sola; piantare gli alberi nel terreno che circonda l'edificio, quanto arredare l'edificio stesso, acquistano un'importanza nuova, poiche' divengono elementi in armonia con lo spazio interno nel quale si vive. Il luogo  (la costruzione, l'arredamento) - e anche la decorazione, e anche gli alberi - tutto diviene una cosa sola nell'architettura organica...sintesi nella quale confluiscono tutti gli aspetti dell'abitare, e si pongono in armonia con l'ambiente. Questo appunto e' cio' che la posterita' definira' architettura organica...
L'irregolarita' dello spazio verde circostante si concretizza in una planimetria che, differentemente da quanto solitamente avviene, non si traduce in linee curve,considerate atte solitamente ad inserire il costruito in contesti naturali, ma disegna uno spazio perimetrato da una spezzata poligonale e aperta in cui si integra perfettamente la regolarita' ortogonale della maglia strutturale.


Per comprendere a pieno le emozioni trasmesse dall'architettura di D'Ambrosio non ci si puo' ridurre a tentare di leggere ed interpretare la pianta, ma bisogna assolutamente percorrerne gli spazi accorgendosi che il tutto va percepito considerando tutte le dimensioni possibili, rese visibili dal fatto che la casa sia costruita su piu' livelli tutti leggibili attraverso un meraviglioso dinamismo spaziale.La scala esterna porta direttamente sulla passarella in legno che corre tra l'intradosso della grande falda e i volumi abitativi sottostanti, in un  gioco perfetto di compenetrazione di tutti gli elementi che compongono l'architettura ma di cui si puo' leggere in maniera netta la scomposizione di ogni singolo elemento. La grande falda, i pilastri, i volumi abitativi in pietra, i percorsi interni ed esterni,la piscina e poi gli stessi materiali utilizzati, si fondono, seppur in maniera cosi' distinta, creando un "unicum" nel quale e' difficile cogliere la reale distinzione tra elementi funzionali ed oggetti di svago.




La dimostrazione che la differenza tra funzionalita' ed estetica diventi molto sottile in Casa Bournias si concretizza nella funzione tecnologica che la "grande falda" e la piscina svolgono nel progetto, prendendo essenza e forma dal clima del luogo; l'aria calda portata dal vento sfiora bassa l'acqua della piscina raffrescandosi, poi si incanala nella struttura del tetto costituita da due falde e, per effetto dei raggi solari, riscaldandosi tende a salire.
Il comportamento fisico di raffrescamento dell'aria mantiene fresca la parte dell'intradosso del tetto, quella appunto costituita dalla falda rivolta verso i volumi abitativi, con un conseguente notevole miglioramento del comfort ambientale interno.


       

Nella facciata opposta vengono disposte delle lame in legno, secondo lo schema costruttivo tipico balinese, che mantengono una posizione scalettata verticale, favorendo la ventilazione ed ostruendo l'infiltrazione dell'acqua durante il periodo delle piogge monsoniche.
E' proprio nell'approfondimento di quelle che sono sia le scelte strutturali che quelle tecnologiche che si comprende ancor piu' quanto forte sia il "sentire" da parte del progettista del forte legame con l'ambiente circostante, in un continu interscambio tra interno ed esterno che non sono mai separati non per la mancanza di elementi separatori ma piuttosto per il forte dinamismo che lega tutti gli elementi architettonici allo spazio verde, fatto di luci, colori ed elementi vivi che sono, come diceva Wright, gli stessi alberi che diventano parte integrante dell'architettura.
Elemento centrale nella progettazione e' l'uso dell'angolo retto che sottende l'essenza di ogni elemento architettonico: ad angolo retto e' il tetto costituito dalle due falde inclinate che possono essere assimilate a lastre bidimensionali la cui geometria e' evidente...ad angolo retto sono anche le "masse" abitative in pietra e le lastre in legno sul fronte principale.
Tutti questi elementi non creano filtro rispetto alla fruizione degli spazi ma sono parte integrante di un continuum per cui l'elemento falda inclinata non rappresenta un elemento di chiusura della costruzione riuscendo a dare una visione chiara anche dell'intradosso della stessa, un elemento che solitamente non viene percepito perche' interno.
I volumi abitativi nel loro posizionamento all'interno del progetto sembrano essere liberi all'interno di una geometria complessiva che lascia fluire interno ed esterno in maniera continua.
Il risultato ottenuto e' che la vista del prospetto frontale non da l'idea di una superficia statica e piatta ma piuttosto quello di una dinamica pittura a rilievo dove ogni elemento mette in luce anche l'altro con un gioco di luci ed ombre che riproducono quello che e' il meraviglioso skyline balinese.



 


1 commenti:

Quân Đào ha detto...
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