MUSE - Museo delle Scienze - Riqualificazione dell'area industriale ex -Michelin - RPBW RENZO PIANO Building Workshop (Trento - ITALY)



Il concept progettuale che sottende il nuovo Museo della Scienza e' quello di creare un centro di interesse culturale nonche' un polo di aggregazione sociale, ricreando nelle sue articolazioni la complessita' e la stratigrafia del vicino centro storico della citta' di Trento, attraverso un magistrale gioco di pieni e vuoti, di proporzioni e di rispetto della realta' costruita esistente.
L'area interessata dal progetto e' pari ad una superficie di 97600 mq. ed e' interamente attraversata, da nord a sud, da un canale d'acqua che che funge da elemento di fusione con il vicino Palazzo delle Albere, villa fortezza del XVI sec. costruita dai principi vescovi Madruzzo e sede dal 1987 del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.  
L'obiettivo dell’intervento è restituire alla città il suo corso d’acqua riqualificando l’area tra il centro storico ed il fiume creando un grande parco pubblico in diretta relazione con il fiume, intrecci di canali, e l’installazione di un mix di funzioni per attività commerciali, incontri sociali e culturali.


I riferimenti urbanistici alla base dell'elaborazione del progetto sono rinvenienti dall'analisi della scheda C5 del PRG che fornisce chiare ed determinanti indicazioni per l'individuazione della Superficie Utile Lorda massima consentita, per la superficie massima di residenza, per le altezze massime non che' tutte le aree minime da destinarsi ad attivita' di interesse pubblico, a Parco, a strade e a piazze. 
Come tutti i progetti di riqualificazione di aree ex-industriali, il proposito dello studio RPWB e' quello di integrare nel tessuto urbano un'area considerata originariamente marginale, anche con una rivisitazione della viabilita' circostante che viene ristudiata in maniera tale da dare continuita' al progetto ed una sua fruibilita' totale.
Il progetto si concretizza attraverso prima un Piano Guida(Aree A, B e C della scheda C5) e poi attraverso un Piano Attuativo (solo Area A per i soli interventi di proprieta' di Iniziative Urbane)
La viabilita' viene ripensata attraverso l'approvazione di due sottopassi sia a carattere veicolare che ciclo-pedonale che in asse con le due strade Taramelli e Perini, saranno collegati alla grande rotatoria che da Via sanseverino portera' al margine della stazione creando un asse viaro principale interno all'area che avra' dei limiti di circolazione molto restrittivi.
Per quanto riguarda le aree destinate a parcheggio, tutti gli standard urbanistici vengono ripettati in maniera molto organica, attraverso la progettazione di un parcheggio di attestamento di circa 600 posti auto collegato al Museo attraverso una passerella pedonale, nonche' la presenza di una fascia di parcheggio parallela all'asse ferroviario di circa 200 posti auto;inoltre va rilevata la presenza di due grandi parcheggi, il primo in prossimita' dell'incrocio tra Via Sanseverino e la Via Montebaldo e il secondo nelle vicinanze del Piazzale Sanseverino.







“Il progetto – spiegano dallo studio Renzo Piano Building Workshop - privilegia una lettura orizzontale del rapporto tra i nuovi edifici e gli spazi aperti proprio grazie all’altezza degli edifici, i cui ritmi e scala dimensionale sono paragonabili a quelli della città storica e delle attività industriali preesistenti.
L’intero nuovo quartiere sarà caratterizzato da edifici alti 4/5 piani con tipologia prevalentemente in linea o a corte, e con la presenza di due “oggetti speciali”, che funzioneranno da magneti aggreganti a tutte le ore del giorno, sia per gli abitanti del nuovo insediamento che per il resto della città”.


L'intera struttura si estende in lunghezza pari a 130 m. per la costruzione fuori terra e 140 m. per la porzione interrata, mentre in larghezza 35 m. per la parte fuori terra e 45 m. per la porzione fuori terra. L'altezza massima prevista da progetto (considerata ad estradosso dell'ultimo solaio o in mezzeria  della falda) e' pari a 18.50 m. cosi' come da strumenti urbanistici, vengono considerati in deroga alcuni elementi a sbalzo e altri volumi tecnici, in linea con la normativa comunale vigente.
Il programma funzionale del progetto nasce da un'analisi approfondita sia delle esigenze e dei requisiti forniti dalla Direzione del Museo sia da un'indagine dei vincoli di natura architettonica, urbanistica ed ambientale.

Le porzioni di progetto funzionalmente possono essere suddivise in 5 macrogruppi:

  1. Aree destinate a funzioni pubbliche 
  2. Aree espositive
  3. Collezioni e Ricerca
  4. Uffici
  5. Magazzini e Servizi
Le aree destinate a funzioni pubbliche sono aree accessibili al pubblico, ma non direttamente collegate alla finalita' espositiva del Museo. Esempio di queste aree e' la grande lobby di ingresso, che si pone come naturale prosecuzione dei camminamenti verdi esterni e collega l'area museale con il sito del Palazzo delle Albere; inoltre fanno parte di queste aree funzionali anche la grande Mediateca e la Biblioteca, quest'ultima completata da un spazio deposito al livello -1.





Le aree espositive sono distribuite sia al livello -1 che al livello +4 e sono collegate anche ad aule didattiche per lo svolgimento di attivita' complementari all'esposizione; il sapiente utilizzo del sistema copertura nonche' dei tagli nei solai permettono di avere locations con altezze differenziate in maniera tale da rispondere perfettamente all'esigenza di allestimenti che richiedano piu' spazio.

Gli spazi destinati a collezioni e ricerca si pongono in linea con le funzioni di studio e ricerca e si concretizzano in una serie di laboratori il cui layout e la distribuzione funzionale permette un periodico percorso di visita anche da parte del pubblico.

La zona uffici, per la riservatezza di queste funzioni, viene trattata in maniera indipendente creando un passaggio "filtro" dedicato direttamente dalla lobbi ed un ingresso completamente indipendente sul fronte est del fabbricato;al livello +2 vengono distribuiti gli uffici dedicati alla ricerca mentre ai piani +3 e +4 vengono predisposti gli spazi per l'amministrazione e la direzione.

L'area magazzini viene concentrata al livello -1 e viene messa in diretta connessione con gli spazi espositivi; questa porzione della struttura consta funzionalmente di spazi dedicati allo stoccaggio del materiale utilizzato durante gli exibit, materiale riveniente da eventi precedenti nonche' di zone vere e proprie dedicate all'allestimento, al montaggio e allo smontaggio di tutte le attrezzature necessari ai vari allestimenti.Questa zona e' anche collegata magistralmente al piano stradale esterno attraverso una rampa collocata al piano -1 indipendente da quella del parcheggio collocata al livello -2 e solamente destinata a loading dock.

Cosi' come per il MAXXI progettato a Roma dall'architetto ZAHA HADID, nache il MUSE ha una ragione progettuale di fondo che e' e non poteva che essere in linea con quelle che sono le grandi realta' museali contemporanee, ossia una flessibilita' estrema degli spazi espositivi; per questo motivo l'intera struttura, coperta da queste grandi falde leggere e trasparenti, viene pensata come un magistrale gioco di volumi costruiti e di vuoti che sembrano veleggiare su di uno specchio d'acqua  i cui effetti di vibrante luminosita' e di fievili ombre riecheggia all'interno degli spazi espositivi, accompagnando virtualmente tutti gli spazi espositivi.



 
Le facciate sud e quella nord vengono trattate con un rivestimento lapideo in verdello bocciardato montato su una sotto struttura metallica, alternando la parte dei pieni alle superfici vetrate che caratterizzano tutti i percorsi verticali.
La facciata est dell'edificio, in corrispondenza della quale ci sono gli uffici, e' caratterizzata dalla cosi' detta facciata verde; lo spazio di facciata viene scandito da montanti verticali in legno lamellare con passo 3.75 m. con lamelle orizzontali in  metallo intervallate in linea con i marcapiani con vasi disegnati su misura che sono dotati di apposito sistema di irrigazione e renaggio - sistema che viene analogamente utilizzato anche nella porzione della lottizzazione destinata funzionalmente a residenza.
Il sistema verde viene pensato con rampicanti destinate a ricoprire la facciata grazie ad un sistema fitto di collegamenti metallici tra un vaso e l'altro, con piante perenni e a foglia caduca.


 


 Il fronte ovest e' caratterizzato dalla successionde delle falde che vede in primo piano lo spazio della sera tropicale.
 


Il sistema tecnologico delle falde e' costituito da grandi parti opache con finitura in alluminio zincato e parti trasparenti in vetro con struttura metallica le cui estremita' vanno ad alleggerirsi in corrispondenza degli ampi sbalzi. Il sistema modulare delle falde viene dotato anche di pannelli fotovoltaici che riprendono il passo della struttura stessa e vengono intervallati a tutti gli accessori di sicurezza come i fermaneve e quelli di sicurezza.
Questo  museo eco - sostenibile e' destinato a svolgere un ruolo centrale in linea con lo sviluppo costante della filosofia del rispetto dell'ambiente e dell'uso delle energie rinnovabili.
L'azienda torinese THESAN ha affiancato lo studio dell'architetto Piano nella realizzazione di pannelli fotovoltaici progettati ad hoc per la struttura del MUSE  in alluminio estruso ed ancorati alla lamiera in alluminio sincato grazie ad appositi supporti; la struttura di questi pannelli grazie all'utilizzo dell'alluminio estruso risulta estremamente leggera, flessibile e quindi adattabile a qualsiasi forma.
"Ogni modulo ospita 16 pannelli di 160×40 cm ciascuno ed è fissato con speciali morsetti studiati e certificati appositamente, che ripartiscono in modo ottimale il peso sulla copertura, in più, le giunzioni dei moduli hanno uno speciale sistema di scorrimento che compensa le dilatazioni termiche della struttura e assicura una perfetta solidità in ogni condizione. Tutti i pannelli, inclinabili singolarmente sino a 15° per un perfetto orientamento, utilizzano celle di silicio policristallino di colore “silver”, in linea con il concept estetico del nuovo museo."
La superficie coperta da pannelli e' pari a  circa 340 mq di pannelli che, con appositi sostegni, sono inclinati verso sud di un angolo di 23° rispetto al piano della copertura.





 STRATEGIA ENERGETICA ED ECO-COMPATIBILITA'



La serra tropicale svolge una doppia funzione carica di significati: in primo luogo si pone come elemento di dialogo nel rapporto delicato tra la nuova costruzione e l'edificio storico (Palazzo delle Albere)  fronteggia maestoso nella zona a sud del museo; la struttura leggera e trasparente, riempita da alberi e piante che si presentano come pezzo di foresta pluviale si inserisce in maniera silenziosa nel contesto pre-esistente non creando sicuramente una frattura ma creando un anello di giunzione con il nuovo.

“una grande serra tropicale che in particolari periodi dell’anno potrà relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all’esterno, su appositi spazi di pertinenza dove l’acqua, la luce ed il verde, faranno da naturale scenografia all’esperienza del visitatore”.
 
Lo stesso intento di instaurare un rispettoso confronto con questa importante preesistenza storica, ha suggerito la scelta di far partire il volume interno della serra dal livello –1, così da avere la possibilità di una altezza libera interna di circa 12 m, mantenendo l’altezza del volume fuori terra a circa 8 metri. La geometria trova la genesi dei suoi allineamenti, nel contesto della progettazione dell’intero quartiere, che riprende uno degli assi viari principali del centro storico.
Il dialogo con la preesistenza continua anche nella scelta dei materiali; il verduzzo materiale molto diffuso nel centro storico viene utilizzato per realizzare i cordoli dei marciapiedi e per la pavimentazione di parte della lobby che mantiene forte il legame con l'esterno.
In secondo luogo questa green house svolge un importante ruolo anche dal punto di vista tecnologico ed impiantistico; il microclima interno viene costantemente controllato e grazie ad un sistema di aperture predisposte sulle due falde, che si congiungono in pianta una in direzione nord-est e l'altra nord-ovest, si crea un canale interno di ventilazione naturale che contribuisce a regolare temperatura e tasso igrometrico, oltre che a garantire un opportuno ombreggiamento durante il periodo piu' caldo.
Tutto il complesso sia nella parte propriamente del museo che nella parte destinata ad attivita' commerciali e a residenziale, viene mantenuta alta l'attenzione all'ottimizzazione delle risorse e alla riduzione dei costi gestionali.
"Da qui e' nata l'idea di una centrale unica per tutto il comparto, localizzata in destra Adige al di fuori del comparto stesso, che distribuisce e recupera energia da ogni lotto grazie ad una dorsale di tubazioni interrate, sull’asse nord-sud. Questa rete avrà un punto unico di consegna nell’interrato di ogni lotto edificato.
Il sistema a centrale unica e sottocentrali distaccate permette di concentrare i macchinari, gli impianti e di limitare le emissioni, ottimizzando i costi e riducendo l’impatto sull’ambiente. A questo sistema si affiancherà una particolare attenzione al tema del risparmio energetico di ciascun edificio, mirando in fase di progettazione esecutiva e di realizzazione a i piu alti standard in termini di coibenza e di controllo della dispersione termica."





Per garantire uno sviluppo dell’area equilibrato e coerente con il resto del tessuto cittadino, il progetto prevede di insediare nell’area una miscela di funzioni diverse, ovvero, residenze, uffici, negozi, spazi culturali e aree ricreative.
Differenti destinazioni d’uso occupano infatti gli edifici a differenti piani, secondo una stratificazione orizzontale caratteristica di ogni città storica. La prossimità di utenti diversi e soprattutto di periodi di utilizzo prolungati o complementari eviterà gli effetti negativi, anche socialmente, dovuti a picchi di frequenza e a periodi di scarsa presenza di popolazione.
Il nuovo quartiere, dunque, si presenterà vivo, abitato e frequentato ad ogni ora del giorno, ricco di occasioni stimolanti dal punto di vista abitativo, lavorativo, sociale, ricreativo e culturale.

"Il progetto contiene una serie di scelte ed accorgimenti atti a conseguire la certificazione LEED. La procedura per tale certificazione, iniziata nella fase progettuale, proseguirà nella fase di cantiere, per poi concludersi dopo la messa in funzione dell’edificio.
Il LEED è un sistema di valutazione della qualità energetico ambientale per lo sviluppo di edifici ad alte prestazioni che funzionano in maniera sostenibile e autosufficiente a livello energetico, è promosso dal U.S. Green Building Council (il Consiglio per le Costruzioni Ecologiche degli Stati Uniti). E’ applicabile sia per interventi di nuova edificazione che per ristrutturazioni integrali. E’ una certificazione, su base volontaria, in cui è il progettista stesso che si preoccupa di raccogliere i dati per la valutazione Il sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità dell’edificio. Dalla somma dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto.
I criteri valutativi contemplati dal LEED sono raggruppati in sei categorie, che prevedono uno o più prerequisiti prescrittivi obbligatori, e un numero di performance ambientale che attribuiscono il punteggio finale all’edificio."


Una nota merita il complesso residenziale "Le Albere" che e' parte integrante dell'idea di progetto globale e ne rispetta a pieno le linee guida, confermando l'uso attento dei materiali, delle tecnologie e delle forme. 
















5 commenti:

Anonimo ha detto...

io a Trento ci vivo, e posso dire che il quartiere progettato da Piano è brutto del tutto fuori dal contesto architettonico storico della città costruito a pochi metri dal palazzo delle Albere, a qualche centinaio dal Duomo e da altri meravigliosi edifici storici. Nonostante gli sforzi della politica locale è un quartiere disabitato. peccato un sacco di soldi buttati e un abbruttimento della città!

Anonimo ha detto...

non sono da Trento ma sono andata in visita al Muse, e devo dire interessantissimo e bello, ma la lottizzazione fuori dal museo è decisamente orribile e poco adeguata al contesto. Grande architetto il sig. Renzo Piano ma qualche volta certi progetti bisognerebbe lasciarli solo sulla carta.

Anonimo ha detto...

Ahah le persone non sono mai contente purtroppo.
Non mi sembra che gli edifici di Piano siano peggio delle orrende palazzine che coronano il lotto e che si scorgono nelle prime foto.
Chiedo poi al primo anonimo cosa c'entra il fatto che gli edifici siano stati construiti a pochi metri da altri edifici storici? Che si doveva fare secondo lui: costruire fintamente alla maniera degli antichi però con cemento armato e polistirolo? Come si vedono tanti progetti anonimi in italia? un po' stile Outlet?
Quello che trovo interessante è proprio la lottizzazione piuttosto che il museo. Mi piace soprattutto la cura con coi dialogano la struttura in acciao, il legno, gli impianti fotovoltaici e il verde. La qualità contemporanea non credo strida mai con la qualità storica.

Quân Đào ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
archandcraft ha detto...

bell'articolo ma sarebbero da correggere alcuni refusi che abbassano il livello della lettura.

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